GENTE VENETA

Intervista Laura Fruncillo

n. 19, 10 maggio 2024 (pagina 27)

Laura Fruncillo:
oggi la danza è accettarci per ciò che siamo

Il 29 aprile si è festeggiata la Giornata Internazionale della Danza, istituita nel 1982 dal Comitato di Danza dell’International Theatre Unesco. Fra gli obiettivi della giornata promuovere la danza in tutte le sue forme, rendere le persone consapevoli del valore della danza e incoraggiare la partecipazione e l’educazione a questa disciplina attraverso eventi, festival e momenti condivisi.
In occasione di questa ricorrenza abbiamo parlato con Laura Fruncillo, direttrice artistica e insegnante della scuola “Studio Danza” di Quarto d’Altino, chiedendole di raccontarci i cambiamenti che attraversa il settore in questo momento, gli stereotipi che ancora lo accompagnano e le strategie per avvicinare i giovani e, in generale tutti gli italiani, alla danza.

Maestra Fruncillo, lei insegna a Quarto da molti anni. Cosa nota di diverso rispetto a quando ha iniziato?

È cambiato l’approccio nei confronti della disciplina e della persona: mentre anni fa la danza si concentrava unicamente sul tecnicismo, ora è migliorata l’attenzione verso la psicomotricità. Di conseguenza sono nate delle tecniche che permettono al bambino di migliorare la conoscenza del proprio corpo nello spazio, di sviluppare la coordinazione, un’introduzione all’ascolto della musica. Fino ai nove anni non parliamo di vera e propria danza ma di educazione al movimento.

La danza classica è stata codificata a partire dal Settecento e da allora conviviamo con il cliché della ballerina eterea, evanescente, leggera come una piuma. È ancora necessaria questa fisicità per poter ballare?

Dobbiamo contestualizzare… I balletti dell’epoca neoclassica e romantica raccontano di storie tormentate in cui l’amore può essere raggiunto solo attraverso il misticismo e l’alchimia. La figura femminile non appartiene più alla terra, è una creatura intrisa di magia, deve fluttuare ed elevarsi come la protagonista della “Sylphide” (1832). Ad ogni modo, se non si aspira ad avere una carriera, la fisicità ha importanza fino a un certo punto. In una scuola come la nostra, la danza è di tutti.

Ma non si rischia l’esagerazione?
Molte volte diverse ballerine e ballerini hanno denunciato di aver subìto forti pressioni nei confronti del proprio corpo.

Il canone della danza classica esige, soprattutto in uno studio professionale, una certa conformazione fisica come avviene nel mondo del basket o in altri sport. Tuttavia si notano importanti segnali di cambiamento: penso a Misty Copeland, prima afroamericana a diventare étoile dell’American Ballet Theatre, che sta sdoganando una serie di tabù e interpretando ruoli che fino a ieri erano solo dei ballerini bianchi. La danza è un’arte e come tutta l’arte è in movimento.

Esiste ancora lo stereotipo della maestra di danza crudele e anaffettiva?

Io sono figlia di una vecchia mentalità, di una scuola dove l’insegnamento passava attraverso l’umiliazione. Oggi assolutamente no, evito questo approccio. Credo di avere la fama di insegnante autorevole e non autoritaria.

Il pregiudizio sui ballerini maschi non è tramontato…

Purtroppo, e sembra assurdo doverne parlare, c’è ancora gente convinta che la danza in tenera età sia uno sport “da femmine”. Spesso sono i papà a storcere il naso mentre le mamme si dimostrano più aperte. È possibile liberarsi dagli stereotipi di genere lavorando sull’educazione delle nuove generazioni, investendo nel settore, portando la danza al di fuori dei classici circuiti come fa, ad esempio, Roberto Bolle.

Qual è il progetto più importante oggi per la sua scuola?

Accanto ai concorsi, a cui partecipano diversi gruppi, stiamo lavorando al saggio di fine anno che si terrà sabato 8 giugno al Teatro Astra di San Donà di Piave. Racconteremo la storia di Pinocchio coniugando la parte più favolistica e romantica ad una più concettuale. L’intento è riflettere su quella tendenza che ci porta a non accettarci per quello che siamo, come Pinocchio che desidera essere bambino e non più burattino.

Anna Maselli

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